AI 4 VENTI DI BETLEHEM – XV RASSEGNA TEATRALE “LO STAGNONE…SCENE DI UNO SPETTACOLO”

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La nascita di Gesù di Nazareth ha segnato il tempo, ha cambiato il corso della storia di tutto il mondo occidentale incidendo, oltre che sul pensiero religioso e morale, sulla cultura, sull’arte, su tutti gli aspetti della vita civile. E la preziosa eredità di questo bambino ebreo venuto alla luce in un’umile grotta della città di Betlehem incide ancora oggi profondamente nella nostra società, giunta al terzo millennio.
Ai quattro venti di Betlehem è spettacolo di teatro e musica, rievoca quel primo Natale attraverso la storia di Tamar e Caleb, una coppia di benestanti di Cafarnao giunti a Betlehem, come tanti altri, per un censimento; attraverso il loro strano incontro con il giovane astrologo Gabriel e con l’avido Amos, il padrone della locanda che rifiuterà di ospitare una donna galilea prossima a partorire.
Il tutto sullo sfondo di una piccola città che è terra di passaggio, popolata di stranieri – commercianti, immigrati e invasori – con le loro diverse lingue, i diversi colori della pelle e con tutti i problemi di intolleranza legati a una società multiculturale: una sorta di storicizzazione di problemi ancora oggi di grande attualità. Una commedia musicale che fa riflettere e magari stimolare a cambiare dei comportamenti attraverso l’ironia. Ai quattro venti di Betlehem possiede proprio questa caratteristica: è ricca di spunti comici, ha un andamento agile e brillante e belle canzoni in cui le atmosfere antiche si fondono a ritmi e suoni contemporanei, caratterizzando in maniera nuova e originale l’avvicendarsi di musica e prosa. È uno spettacolo adatto a tutti i contesti, per un Natale in palcoscenico, dove mettere in scena curiosità storiche e temi di riflessione sulla pace, sull’amore universale, sulla tolleranza e dove il passato e il presente convivono nella magia e nel divertimento del teatro. Quando si pensa alla scena della natività, tutti hanno in mente l’immagine da cartolina di un presepio, al massimo con qualche elemento arabeggiante: le casette, il paesino, la gente che va alla capanna, qualche cammello e una palma. Molto poco si sa, in generale, di come fosse la vita in quei luoghi e in quei tempi. Per esempio, non ci s’immagina una popolazione alle prese con un grande via vai di stranieri. Sì, perché il fenomeno dell’immigrazione non nasce ai nostri giorni, ma parte dalla notte dei tempi. E anche in Palestina, ai tempi della nascita di Gesù, c’era chi si lamentava di questo e affermava: «Prima i Giudei!». Lo stesso Gesù, insieme alla sua famiglia, si ritrovò nella condizione di profugo quando, dopo la nascita, Giuseppe fu costretto alla fuga in Egitto per salvare il bambino dalla furia di Erode.
Vito Scarpitta